La pièce parla dell’amicizia tra il pittore Giuseppe Zigaina e Pier Paolo Pasolini ma anche di quella tra i due autori e i due attori interpreti. Il dispositivo drammaturgico, infatti, è basato su una continua alternanza delle voci e delle identità, procedendo per entrate e uscite nelle rispettive amicizie che scorrono lungo la strada dell’identificazione ironica, paradossale, affettuosa, condotta da un’intenzione – costante – di porsi delle domande. Chi sono stati Zigaina e Pasolini l’uno per l’altro? Cosa resta di un’amicizia, di un affetto, dell’arte, delle opere? In scena due amici vivi che discutono dell’affetto, della morte, dell’ossessione. Indagano la storia della propria relazione per scoprire quella inaccessibile tra Zigaina e Pasolini, attraverso le loro opere, la loro collaborazione, le cose che si sono scritti, tutte quelle che hanno tentato di dirsi e che forse non si sono mai detti.