Montagna a quota zero


Una perla che si specchia sul Mar Adriatico, dove magari passare un pomeriggio... in un rifugio alpino. 

Il rifugio CAI Mario Premuda, a soli 82 metri sul livello del mare, si trova all'imboccatura della Val Rosandra, a una manciata di minuti d'automobile dal centro di Trieste, ed è solo una delle prove del grande amore dei triestini per la montagna.

Il triestino "tipo", infatti, spesso nasconde una doppia anima e alterna le escursioni in montagna (dividendosi fra alpinismo, sci alpino e arrampicata su cascate di ghiaccio), alle uscite in barca a vela o windsurf. Chiedete in giro e vi stupirete a sentire come magari una persona che incontrate intenta a pescare sul lungomare di Barcola vi snocciolerà nomi di vette montane, rifugi d'alta quota e vie "normali", dispensando informazioni e consigli su escursioni nelle vicine Alpi Giulie e Carniche. La montagna pulsa nel cuore di questa città che, cosa quanto meno insolita per un porto di mare, è sede di ben due sezioni del Club alpinistico Italiano, il CAI

Uno dei risultati di questo grande amore è che gli appassionati dell'alpinismo che visitano Trieste possono godere di alcuni svaghi forse inaspettati per chi viene qui per i tramonti sul mare: vie alpinistiche "multipitch"escursionie persino vie ferrate.


Insieme alla passione per l'alpinismo, a Trieste si è sviluppata anche una tradizione importante di arrampicata sportiva, con numerose falesie attrezzate - spesso con un panorama mozzafiato, "vista mare" -, diverse palestre indoor e un numero di free-climber, anche fra i più giovani, in continua crescita. 

turisti "climber" potranno non solo godere delle falesie sparse nella provincia, ma anche della sostanziale continuità fra il territorio cittadino e le vicine Slovenia e Croazia (in particolare l'Istria), due nazioni dove questo sport è popolarissimo. E, infatti, spesso i climber triestini approfittano delle vicine falesie slovene e croate, e viceversa, senza far gran caso a dove si trovano, per cui in falesia vi capiterà di trovarvi in una babele di lingue, senza capire più in quale nazione vi trovate.

Federica Sgorbissa

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