L’arrivo nel 2008 di “Cats” a Trieste è stato, per gli appassionati, un evento superato soltanto dalla visita del suo autore, Webber in persona, al Politeama, per il debutto italiano di un altro suo capolavoro, “The Phantom of the Opera”. E sicuramente “Cats” - spettacolo da 7 Tony Award, impreziosito dall’aria forse più desiderata dalle star (quella “Memory” interpretata da 150 fra le più belle voci al mondo) - susciterà ancora incontenibile entusiasmo fra il pubblico: fin dall’apparire dei misteriosi occhi gialli nel buio del palcoscenico.
Quegli sguardi luccicanti e felini si spingono sulla scena che raffigura una discarica dove gli oggetti più comuni (ma curiosamente giganti, assumendo il punto di vista di un gatto) fanno da sfondo a una sorta di competizione: i mici si radunano per raccontare ognuno la propria storia al vecchio saggio Old Deuteronomy. Solo uno sarà premiato da una nuova vita, una “Jellicle Life”. Questa sfida che genera i meravigliosi numeri di coreografia e canto in cui i gatti si confrontano, conquistando non solo con le curatissime voci, ma anche con trucco e costumi perfetti e una mimica meticolosissima, che non può che lasciare estasiati.