Dal 27 settembre 2025 al 06 febbraio 2026

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Indirizzo

Biblioteca statale Stelio Crise di Trieste
Largo Papa Giovanni XXIII, 6 - Trieste

Dettagli

orari: lunedì – giovedì: 8.30 – 18.30 /
venerdì: 8.30 – 13.30
ingresso libero

La mostra è realizzata grazie al finanziamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Bando Ungaretti).
I partner di progetto sono la Biblioteca statale Stelio Crise e l’Archivio Marcello Mascherini.

Ungaretti e Trieste: cronaca di un incontro


L’esposizione Trieste, invenzione della mia anima – Ungaretti e Trieste: cronaca di un incontro sarà inaugurata, presso gli spazi espositivi del 2° piano della Biblioteca statale Stelio Crise di Trieste, sabato 27 settembre 2025 alle ore 18.00.

Trieste, invenzione della mia anima è il titolo di un libro mai realizzato, pensato da Vanni Scheiwiller per documentare il soggiorno triestino del 1968 di Giuseppe Ungaretti.

La mostra – curata da Stefano Crise, promossa da Cizerouno e realizzata con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Bando Ungaretti)  – ricostruisce i quattro incontri ufficiali di Ungaretti con Trieste (nel 1948, 1959, 1966, 1968) e con il mondo artistico e culturale della città e della regione.

Attraverso il coinvolgimento e la collaborazione di oltre venti realtà regionali e nazionali – biblioteche, archivi, centri di documentazione – il ricco percorso espositivo fa riaffiorare i volti e le presenze di quegli anni. Un documentario Rai del 1967 ci fa anche ascoltare le voci di Biagio Marin, Fulvio Tomizza, Marcello Mascherini, Enzo Bettiza, Nora Baldi, Carlo Schiffrer, Nino Perizi e Claudio Magris.
 

Con il passare del tempo, l’attenzione dei media trasforma Ungaretti in una figura familiare, quasi spettacolare: da poeta a personaggio pubblico, da intellettuale a icona culturale. Radio e televisione contribuiscono ad amplificarne l’immagine, rendendolo riconoscibile anche fuori dai circuiti letterari.

La mostra dedica spazio anche a questa dimensione grazie a filmati delle Teche Rai, a riviste e rotocalchi dell’epoca, oltre a una serie di ritratti fotografici che, accanto al volto pubblico, disegnano i tratti più intimi della sua personalità.
 

Giuseppe Ungaretti all'ALUT nel 1959 (Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, Trieste)

Per Ungaretti, che attraversa il Novecento portando con sé la parola poetica come forma di salvezza, Trieste è una delle molte invenzioni dell’anima.
Forse una delle più discrete, come le si addice, ma non per questo meno autentiche.
 

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