L’opera teatrale del 1955 “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams, che valse allo scrittore e drammaturgo statunitense il suo secondo Premio Pulitzer, viene portata in scena al Teatro Rossetti dall'8 al 11 gennaio 2026 in un nuovo allestimento dello Stabile di Torino firmato da Leonardo Lidi.
«In questo viaggio personale, concluso il progetto triennale Čechov, mi trovo ora quasi obbligato a tornare su Tennessee Williams - spiega il regista - (…) perché credo che sia l’autore più utile a comprendere l’importanza dell’analisi della società attraverso la lente famigliare. Williams utilizza il ridicolo (e quindi ecco il perché dei miei clown tristi) per raccontare la tradizionale famiglia americana del Sud, la sua incapacità di avanzare, ferma in un ricordo, pronta a distruggere pulsioni sessuali “nocive” e a nascondere tutta la polvere della società occidentale sotto il tappeto». Il dramma affronta appunto la crisi profonda di una una famiglia agiata messa di fronte all’imminente morte del padre, Big Daddy, che, inconsapevole della gravità della sua situazione di salute, festeggia il suo ultimo compleanno. I figli, Brick e Gooper, e le loro relative mogli, rivelano in questo contesto tutta la loro avidità e grettezza quando si parla di eredità. Brick inoltre deve confrontarsi con gravi problemi di alcolismo e con il fallimento del proprio matrimonio dovuto anche al suo amore per un amico, morto suicida, che gli impedisce qualunque intimità con la moglie Margaret. La donna, innamorata del marito malgrado tutto, volendo difendere il matrimonio ma anche mantenere la posizione sociale raggiunta e contrastare le mire dei cognati, fa credere a tutti di essere incinta.