Dal principio confetteria e pasticceria, poi solo pasticceria austro-ungarica, arricchita dalla maestria e professionalità di un pasticcere ungherese chiamato appositamente da Budapest, fu portata avanti dai proprietari fino agli arbori della Seconda guerra mondiale quando furono costretti ad emigrare e la pasticceria rimase nelle mani del pasticcere ungherese.
Gli ungheresi, padre e figlio, fino al 2000 portarono avanti la tradizione. Fino ad oggi nulla sembra essere cambiato: dal forno a legna, caratteristica unica tra le pasticcerie italiane, alle ricette, all’atmosfera.
Il tempo qui sembra essersi fermato, offrendo a chi passeggia fra le vie di Trieste la possibilità di assaporare con gli occhi ed il palato quell’atmosfera ottocentesca.
Rigojancsi, Dobos, Lettere d’amore, Prenitz, Putizza, Pinza, sono tutti nomi che suonano familiari nelle case dei triestini, che gelosamente e con amore conservano il ricordo di momenti importanti legati a queste prelibatezze: una nascita, un compleanno, un matrimonio, una semplice passeggiata domenicale.