«…il mare a Trieste è un lato della stanza, ti alzi al mattino e sai dov'è, stai dove stai e sai che c'è. (…) in qualsiasi punto del lungomare ti trovi, puoi accostare, scendere, spogliarti in strada (…) fare dieci passi e toccare l'acqua. Questa frequentazione famigliare e più assidua spiega l'uso dell'espressione triestina andar al bagno per intendere andare al mare (e non andare alla toilette), come se Barcola fosse la vasca di casa, quella si raggiunge scalzi o tutt'al più in ciabatte.» 
(Trieste sottosopra, Mauro Covacich, 2006, editori Laterza)

Dal bagno comunale "La Lanterna" chiamato "el Pedocìn" e conosciuto per il muro che divide uomini e donne alla baia di Sistiana: un lungomare ricco di stabilimenti, bagni liberi, piattaforme a forma di orecchie chiamate "i topolini" e spiagge con ciotoli per venire incontro alle esigenze di tutti. 

Davanti a sé un mare da vivere e da scoprire attraverso emozionanti sea watching nella Riserva Marina di Miramare, pagaiando con il SUPveleggiando o vogando al tramonto.

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