Non appena si varca la porta d’ingresso si viene immediatamente rapiti da una magica atmosfera: gli arredi Liberty della secessione viennese, i lampadari in ottone che pendono dagli alti soffitti ricoperti di foglie di caffè color bronzo, i tavolini in marmo rosso veronese, i grandi specchi alle pareti dove si riflettono le immagini dei dipinti originali regalano un’emozione accompagnata da un meraviglioso aroma di caffè appena macinato.
Il caffè è stato frequentato negli anni da artisti e intellettuali (Timmel, Flumiani, Voghera, Tomizza, Mattioni, Magris) e durante la Grande Guerra vi si falsificavano passaporti per far fuggire patrioti antiaustriaci in Italia.
Per questi motivi, il 23 maggio 1915 fu devastato e chiuso dall'esercito asburgico. Rimase chiuso fino al II dopoguerra quando venne rilevato e ristrutturato dalle Assicurazioni Generali.