Trieste e il Cinema: inizia la storia
Trieste, set naturale per grandi produzioni: da Cuore senza frontiere a Il ragazzo invisibile
Basti pensare che la prima sala cinematografica della città, il Cinema Americano di proprietà del Signor Boecher, fu aperta nel 1905, solo dieci anni dopo l'invenzione dei fratelli Lumière e la proiezione parigina al Salon du Grand Café. Tra le prime immagini di repertorio in cui compare Trieste ci sono i funerali dell'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando e di sua moglie la Duchessa di Hohenberg, assassinati a Sarajevo il 28 giugno 1914.
Si ha poi notizia di quattro film realizzati in città negli anni '20, pellicole perdute probabilmente per sempre. Ma è soprattutto a partire dagli anni '50 la città si afferma come set ideale per storie di spionaggio e traffici internazionali dai titoli evocativi come Clandestino a Trieste, Cuori senza frontiere, Ombre su Trieste, o Corriere Diplomatico (che vanta nel suo cast la presenza di Tyrone Power, anche se pare che il divo americano non sia mai stato in città).
In anni successivi, in seguito alla rivoluzione Basaglia, alcuni dei film girati e ambientati qui hanno affrontato il tema della salute mentale (La ragazza di Trieste), e non poteva ovviamente mancare un filone legato alla letteratura (Senilità , La coscienza di Zeno, Un anno di scuola, Và dove ti porta il cuore…).
Ma la sua atmosfera mitteleuropea, il Porto Vecchio, la particolare collocazione geografica inserita tra il mare e la montagna, sono stati sfruttati da parte di produzioni internazionali che qui hanno trovato l'ambiente ideale per ricreare paesaggi inglesi, russi, americani, libici. Di qua sono passati, per fare solo qualche esempio, Francis Ford Coppola (Il padrino - parte II), Anthony Minghella (Il paziente inglese), Bigas Luna (L'immagine del desiderio), o altri grandi autori, sia italiani che stranieri, che hanno invece preferito ambientare le proprie storie a Trieste:
Peter Del Monte, che nel 1987 ha girato il primo esperimento di film in digitale (Giulia e Giulia), Mathieu Amalric (Lo stadio di Wimbledon), Giuseppe Tornatore (La sconosciuta) che qui ha successivamente girato anche La migliore offerta. Non ultimo Gabriele Salvatores, che ha recentemente scelto la luce metafisica di Trieste per realizzare il primo cinecomic all'italianaIl ragazzo invisibile, utilizzando tutte le potenzialità offerte dalla terra e il mare, il Carso e il Golfo, la bora e la luce, e naturalmente il vecchio Ursus, una delle più grandi e antiche gru galleggianti.
Si ha poi notizia di quattro film realizzati in città negli anni '20, pellicole perdute probabilmente per sempre. Ma è soprattutto a partire dagli anni '50 la città si afferma come set ideale per storie di spionaggio e traffici internazionali dai titoli evocativi come Clandestino a Trieste, Cuori senza frontiere, Ombre su Trieste, o Corriere Diplomatico (che vanta nel suo cast la presenza di Tyrone Power, anche se pare che il divo americano non sia mai stato in città).
In anni successivi, in seguito alla rivoluzione Basaglia, alcuni dei film girati e ambientati qui hanno affrontato il tema della salute mentale (La ragazza di Trieste), e non poteva ovviamente mancare un filone legato alla letteratura (Senilità , La coscienza di Zeno, Un anno di scuola, Và dove ti porta il cuore…).
Ma la sua atmosfera mitteleuropea, il Porto Vecchio, la particolare collocazione geografica inserita tra il mare e la montagna, sono stati sfruttati da parte di produzioni internazionali che qui hanno trovato l'ambiente ideale per ricreare paesaggi inglesi, russi, americani, libici. Di qua sono passati, per fare solo qualche esempio, Francis Ford Coppola (Il padrino - parte II), Anthony Minghella (Il paziente inglese), Bigas Luna (L'immagine del desiderio), o altri grandi autori, sia italiani che stranieri, che hanno invece preferito ambientare le proprie storie a Trieste:
Peter Del Monte, che nel 1987 ha girato il primo esperimento di film in digitale (Giulia e Giulia), Mathieu Amalric (Lo stadio di Wimbledon), Giuseppe Tornatore (La sconosciuta) che qui ha successivamente girato anche La migliore offerta. Non ultimo Gabriele Salvatores, che ha recentemente scelto la luce metafisica di Trieste per realizzare il primo cinecomic all'italianaIl ragazzo invisibile, utilizzando tutte le potenzialità offerte dalla terra e il mare, il Carso e il Golfo, la bora e la luce, e naturalmente il vecchio Ursus, una delle più grandi e antiche gru galleggianti.