Sentiero Burgstaller-Bidischini
A Banne, sul Carso Triestino, il nuovo sentiero escursionistico intitolato a Giuseppe Burgstaller-Bidischini, importante uomo politico triestino dell'Ottocento, presidente della Commissione d'imboschimento del Carso e ultimo proprietario di un'antica Tenuta del paese.
L'itinerario unisce sentieri già esistenti frequentati da numerosi escursionisti e, nella sua parte centrale, coinvolge il percorso dall'Alpe Adria Trail che collega i Tauri all'Adriatico.
Dall'aiuola alberata situata presso l'ingresso della ex caserma "Monte Cimone" [1], si segue, in direzione Ovest, il muro perimetrale fino all'angolo dove si svolta a sinistra per raggiungere in breve la chiesetta [2], che costituisce l'unico edificio originale rimasto della Tenuta dei de Bidischini. Nei pressi si scorge la traccia murata dell'antico ingresso della Tenuta. Tornati indietro fino all'angolo, si svolta a sinistra verso l'abitato di Banne [3], raggiungendo una piazzetta con cisterna. Si prosegue a sinistra fra le case, uscendo, ancora a sinistra, verso il bosco dove si può scorgere la cisterna Badalučka (1849) [4], caratterizzata da alcune interessanti opere di drenaggio e di convogliamento delle acque piovane.
La stradina a fondo naturale continua, in salita, attraverso un bosco costituito in prevalenza da carpini neri, fino alla strada asfaltata che sale al "Passo di Banne". A destra si può osservare il cippo del Bosco Rossetti (1862) [5] mentre oltre la strada ci sono le tracce dell'accesso alla proprietà dei de Bidischini. Un po' più avanti, a sinistra si nota la presenza di un vasto abbeveratoio, con pareti in cemento, che era di uso esclusivo della proprietà e ora è purtroppo quasi totalmente interrato con rifiuti ed inerti.
Raggiunto il passo (posteggio con tabella naturalistica) [6], si prende il sentiero CAI 18 per deviare dopo pochi metri, a sinistra, verso quello che rimane dei grandi stagni - abbeveratoi di Conconello [7]. Ritornati alla stradina si prosegue incontrandone un'altra che proviene da destra (tabella fauna). La stradina a fondo naturale prosegue leggermente in discesa fino ad una deviazione che scende con tornanti verso destra: là si percorre brevemente al fine di apprezzare le antiche opere in pietra arenaria quali i muri di sostegno, i paracarri e il selciato [8] di quella strada, ormai in disuso, che attraversava le proprietà dei de Bidischini rivolte a mare.
Risaliti si riprende la stradina in direzione Est fino a raggiungere l'incrocio con l'antica via delle lattaie che scende dalla Sella di Trebiciano in direzione Trieste. Conviene, anche in questo caso, fare una deviazione in discesa per osservare il sottostante bosco di querce e carpini orientali, (cippo del Bosco De Rin) [9] fino ad incontrare l'innesto della strada dei de Bidischini. Arrivati a questo punto, scendendo brevemente fuori sentiero, si può raggiungere un'imponente cava di pietra arenaria [10].
Ritornati all'incrocio (tabella storica) si sale alla Sella di Trebiciano [11] (tabelle su rettili e storica) per svoltare a sinistra verso il Monte Belvedere lungo il sentiero CAI 1 e rimontare un dosso con resti di trincee [12]. Scesi dall' altra parte si incontra uno stagno [13] (tabella) e, salendo nuovamente, si arriva ad un punto panoramico contraddistinto da una recente rosa dei venti [14]. Ritornati al sentiero si scende verso le ampie zone aperte di landa dovute al transito dei mezzi militari in dotazione alla vicina caserma [15]. La landa si presenta variamente invasa da giovani esemplari di pino nero.
Notevole da qui la vista verso il Monte Nanos e la Selva di Tarnova. Procedendo in discesa si raggiunge dapprima la recinzione che delimita ad Est la caserma e quindi, alla base del pendio, la stradina che, verso sinistra, riconduce al punto di partenza.
La stradina a fondo naturale continua, in salita, attraverso un bosco costituito in prevalenza da carpini neri, fino alla strada asfaltata che sale al "Passo di Banne". A destra si può osservare il cippo del Bosco Rossetti (1862) [5] mentre oltre la strada ci sono le tracce dell'accesso alla proprietà dei de Bidischini. Un po' più avanti, a sinistra si nota la presenza di un vasto abbeveratoio, con pareti in cemento, che era di uso esclusivo della proprietà e ora è purtroppo quasi totalmente interrato con rifiuti ed inerti.
Raggiunto il passo (posteggio con tabella naturalistica) [6], si prende il sentiero CAI 18 per deviare dopo pochi metri, a sinistra, verso quello che rimane dei grandi stagni - abbeveratoi di Conconello [7]. Ritornati alla stradina si prosegue incontrandone un'altra che proviene da destra (tabella fauna). La stradina a fondo naturale prosegue leggermente in discesa fino ad una deviazione che scende con tornanti verso destra: là si percorre brevemente al fine di apprezzare le antiche opere in pietra arenaria quali i muri di sostegno, i paracarri e il selciato [8] di quella strada, ormai in disuso, che attraversava le proprietà dei de Bidischini rivolte a mare.
Risaliti si riprende la stradina in direzione Est fino a raggiungere l'incrocio con l'antica via delle lattaie che scende dalla Sella di Trebiciano in direzione Trieste. Conviene, anche in questo caso, fare una deviazione in discesa per osservare il sottostante bosco di querce e carpini orientali, (cippo del Bosco De Rin) [9] fino ad incontrare l'innesto della strada dei de Bidischini. Arrivati a questo punto, scendendo brevemente fuori sentiero, si può raggiungere un'imponente cava di pietra arenaria [10].
Ritornati all'incrocio (tabella storica) si sale alla Sella di Trebiciano [11] (tabelle su rettili e storica) per svoltare a sinistra verso il Monte Belvedere lungo il sentiero CAI 1 e rimontare un dosso con resti di trincee [12]. Scesi dall' altra parte si incontra uno stagno [13] (tabella) e, salendo nuovamente, si arriva ad un punto panoramico contraddistinto da una recente rosa dei venti [14]. Ritornati al sentiero si scende verso le ampie zone aperte di landa dovute al transito dei mezzi militari in dotazione alla vicina caserma [15]. La landa si presenta variamente invasa da giovani esemplari di pino nero.
Notevole da qui la vista verso il Monte Nanos e la Selva di Tarnova. Procedendo in discesa si raggiunge dapprima la recinzione che delimita ad Est la caserma e quindi, alla base del pendio, la stradina che, verso sinistra, riconduce al punto di partenza.
Anello di circa 5 chilometri
Partenza: nei pressi della caserma "Monte Cimone" attualmente in disuso.
Il sentiero è curato dal Centro didattico naturalistico del Corpo forestale regionale e il Circolo culturale Grad
Partenza: nei pressi della caserma "Monte Cimone" attualmente in disuso.
Il sentiero è curato dal Centro didattico naturalistico del Corpo forestale regionale e il Circolo culturale Grad